Un viaggio emozionale nel Castello di Avella

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Il viaggiatore che ancor oggi si trova a transitare nell’estrema parte Sud-Orientale della splendida pianura campana, alle porte della verde Irpinia, è attratto dagli imponenti ruderi dell’abitato e del Castello di Avella Città d’Arte, con le sue cinte murarie concentriche dominate in alto dalla rocca, esso in origine si presentava come un villaggio fortificato. Le mura racchiudono la ricca storia di un popolo nato sulle sponde del Fiume Clanio. Il castello è situato su una collina a circa 320 mt sul livello del mare. Dai suoi bastioni solerti militari controllavano i flussi migratori da e per l’estesa Irpinia e i tenimenti pugliesi. Nel punto dominante della collina si trovano i ruderi della rocca, meravigliosa e quasi intatta, che era la residenza fortificata del feudatario posto in epoca normanna, successiva a quella longobarda. Segno tangibile di un progressivo sviluppo dell’abitato è il raddoppiamento della cinta muraria con la conseguente costruzione di nove torri. Il primo feudatario normanno di Avella fu Aldoyno, citato in un documento del 1087. La sua famiglia dominò Avella per circa due secoli adattandosi al passaggio prima al dominio svevo e poi a quello angioino. Il villaggio mostra tracce di forte sviluppo con la presenza  di abitazioni e botteghe. Chi abitava questo villaggio era impegnato in attività artigianali, produttive e agricole che si espletavano anche fuori dalle mura. Nei momenti di crisi il contado si ritirata nei possenti bastioni. La percezione della quotidianità negli odori e nei sapori provenienti dai grandi forni con copertura a volta ed imboccatura a forma di ferro di cavallo, ma anche dal fruscio dell’acqua che alimentava le varie cisterne per caduta.  Alla fine del 1500 il castello venne gradualmente abbandonato, nei decenni successivi all’eruzione del Vesuvio, visibile dallo splendido panorama, gli edifici del villaggio e la stessa rocca furono utilizzati come cava di materiali per edificare il nuovo centro abitato di Avella, innestandolo su altre antichità di epoca pre romana e romana. A testimonianza di ciò la presenza di un meraviglioso Anfiteatro del II secolo a.C. Oggi agli occhi di chi si sofferma ad ammirare la maestosità del maniero gli appaiono, con un pizzico di immaginazione, figure cavalleresche armati sulle torrette delle mura illuminate artificialmente e naturalmente, di sera, dal bagliore della luna o dai tramonti. Tra rievocazioni e concerti musicali il vecchio maniero rivive.

 

UFFICIO TURISTICO COMUNE DI AVELLA – SIAT

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